Il servizio di conservazione a norma offerto dall’Agenzia delle Entrate va bene per tutti? Alcuni limiti di non poco conto, fanno pensare che sia un servizio solo per piccoli professionisti.
Ecco perché.
1. Accordi non negoziabili
L’adesione al servizio di conservazione dell’AdE avviene esclusivamente a seguito della sottoscrizione di un accordo standard previsto dall’Agenzia, contenente condizioni e SLA predefiniti e non negoziabili, senza che sia previsto alcun tipo di contrattazione sullo stesso.
2. Mancata conservazione di dati e documenti integrativi
Il servizio di conservazione offerto dall’Agenzia delle Entrate, consente esclusivamente la conservazione delle fatture in formato XML. Il servizio infatti non contempla la conservazione di tutta una serie di informazioni significative per la completezza dell’archivio fiscale. Oltre alla conservazione a norma delle fatture elettroniche, la legge impone di conservare anche altri documenti, che invece non vengono compresi nell’offerta dell’Agenzia delle Entrate.
3. Archivio frammentario
Utilizzare un sistema come quello dell’AdE, comporta l’uso di un secondo archivio per gestire tutte le tipologie documentali e questo implica frammentare l’archivio fiscale, con conseguenza di dispersione dell’informazione e inefficienze legate alla non corretta archiviazione dei file.
4. Caricamenti manuali e procedure farraginose.
La conservazione è automatica soltanto per i documenti emessi e ricevuti in data successiva all’adesione al servizio. Per gli altri, è necessario invece procedere con il caricamento manuale dei file.
Associazioni di categoria, professionisti ed imprese hanno denunciato la farraginosità di procedure che comportano il caricamento manuale delle singole fatture, con limiti agli invii giornalieri e al numero di documenti. Un processo del genere, è chiaramente non sostenibile per volumi considerevoli di documenti fiscali, che necessitano di automatismi sia per la gestione del flusso delle fatture che per la loro conservazione.
5. Non è uno strumento gestionale.
Se si devono ricercare delle fatture, la data ricercabile è quella di transito per lo SdI, e non la data fattura. Questo può essere un problema per gli operatori in quanto la data riportata in fattura è uno degli elementi in assoluto più utilizzati. Inoltre il range massimo di ricerca impostabile è di un trimestre.
Conclusione
Tutte le considerazioni esposte ci portano a considerare che, stante l’attuale profilazione del servizio di conservazione delle fatture elettroniche dell’AdE, esso è prettamente indirizzato a chi emette/riceve poche fatture annue ed ha, di conseguenza, processi di gestione contabile poco strutturati e poco automatizzati.
Se hai bisogno di aiuto
Grazie alla partnership con Trust Technologies e Namirial, Asp Italia fornisce ai propri clienti servizi di conservazione a norma e gestione documentale personalizzabili, che si integrano con i propri sistemi gestionali e contabili, così da automatizzare e digitalizzare i processi dell’area amministrativa eliminando costi ed errori.